Il Prodotto

L' uva da tavola è il frutto della Vitis Vinifera, vite europea, pianta della famiglia delle vitaceae, diffusasi in tutti i continenti. Il consumo di uva risale indietro nel tempo, forse fino al neolitico e testimonia che questo dolce frutto ha da sempre sedotto il palato dell’essere umano. L’Europa occidentale era originariamente molto povera di frutta e la situazione migliorò con le guerre e di conseguenza con le importazioni dalle terre dove si è combattuto. Furono soprattutto i Fenici a diffonderne, nel primo millennio a.C., la coltivazione tra i popoli mediterranei mentre i Romani erano ghiotti del frutto che chiamavano 'uva cibaria' La impiantarono ovunque arrivassero con le loro truppe e ne trasmisero la coltura a tutte le popolazioni conquistate, almeno fino dove lo consentiva il clima. Da conquistatori a conquistati il passo è breve, si sa che le cose buone sono le più appetibili da portare nelle proprie terre. Cosi i soldati di Brenno (IV secolo a.C.). L’avevano portata dall'Italia anche in Gallia. Famoso resta l’episodio della bilancia truccata da parte dei Galli per ottenere più oro con Brenno che fa pesare anche la sua spada in segno di spregio, urlando: Vae victis! (Guai ai vinti!) e probabilmente mise sulla spada anche la vite che fu acclimatata e diffusa dai Galli e non cessò mai di essere produttiva e arrivò persino a costituire la ricchezza naturale del paese. Fino alla metà dell’800 tuttavia, non si faceva grande differenza tra uva da tavola e quella per vinificare. Fu dall’Italia che partirono i primi distinguo degli intenditori tra le uve da vino rispetto a quelle da pasto, tanto che nel 1887 chiesero al governo una legge apposta per valorizzare la specificità dell’uva nostrana. Il frutto, da sempre simbolo di vita, è quanto di più prezioso ci dona la terra alla fine della stagione estiva perché costituisce un vero e proprio tesoro di sostanze nutritive che aiuta il nostro organismo ad affrontare il rientro ai ritmi invernali. Perché l’uva “cibaria”, come la chiamavano i Romani, è una ricchezza del Sud Italia. Le aree di maggiore coltivazione dell'uva da tavola in Puglia sono situate nelle province di Taranto e Bari. Attualmente la superficie utilizzata per la produzione dell'uva da tavola in Puglia è di circa 45.000 ha da cui si attiene una produzione di circa 11.250.000 q di uva. Le zone più importanti si trovano nell'area di Grottaglie e di Rutigliano. In generale, l’area di Grottaglie è caratterizzate da clima con inverni poco rigidi ed estati calde. Ogni area presenta differenze nei suoli e nel clima tali da permettere una diversificazione delle produzioni e un ampio calendario di raccolta che va dall'ultima decade di giugno prima decade di luglio (cv « Black Magic», fino a ottobre con le restanti varietà in serrae non. Nell’area di Rutigliano a tutto il mese di dicembre con la cv Italia, in coltura protetta con plastica La temperatura media minima nella zona di Grottaglie durante il germogliamento si attesta su valori di circa 8/10 cc. Durante le fasi di fioritura-allegagione è di 15,5 cc. Le temperature massime si raggiungono nel periodo della maturazione all’interno dell’area (34,3 CC). Il ciclo vegeto produttivo ha una durata di circa 140 giorni. Attualmente la cultivar dominante è la Vittoria che intercetta circa l’80% dell'attuale produzione. La specializzazione si è avuta anche nelle forme di allevamento. Si è passati così da forme quali “l'alberello” (tipica degli impianti di uva da vino) a forme più attuali, le forme a spalliera e, principalmente, la forma a tendone per l’uva da tavola. Se a tutto ciò si aggiungono gli accorgimenti tecnici che gli agricoltori, in una logica di filiera con le aziende produttrici di materiale e tecnologie dedicate, adottano per l'anticipazione o il ritardo nella maturazione, se pur con il conseguente aumento dei costi di produzione, si comprende come la produzione di uva da tavola sia ritenuta dagli agricoltori, i vivaisti e le aziende locali dell’indotto, l'attività attuale, la fonte di reddito e contemporaneamente un fattore determinante di sviluppo per l'economia della zona. I sistemi di impianto utilizzati nella coltivazione dell'uva da tavola sono tra i più avanzati e comunque hanno subito delle evoluzioni in modo da adattarsi meglio alle esigenze delle tecniche di coltivazioni. Parliamo, infatti, di tendone nelle sue varie tipologie (a capannine o senza, con doppio filo o singolo, con binari o senza). I sesti d'impianto variano da un minimo di mt. 2 X 2 con investimento unitario di 2200 piante ad ettaro, ad un massimo di mt. 2,50 X 2,50 con investimento unitario ad ettaro di 1800 piante circa che consente di avere un adeguato investimento unitario rispettando le esigenze di luminosità delle piante, favorendo tutte le operazioni colturali quali quelle meccaniche (fresatura, erpicatura, trattamenti antiparassitari) e la raccolta. Fra le tecniche di coltivazione ha particolare importanza la copertura dei vigneti con film plastico adeguatamente fissato alla struttura allo scopo sia di anticipare la maturazione a giugno che posticipare la raccolta fino alla fine di Novembre.

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